La nostra storia
La nostra è una storia di famiglia che affonda le radici nel cuore del Piemonte, a Vercelli, dove nei primi anni del Novecento il nonno Francesco – esperto conoscitore di vini – apre un caffè bottiglieria. Dopo il matrimonio, decide di trasferire l’attività a Genova Cornigliano, dove nascerà papà Renzo.

Sarà proprio Renzo a portare avanti la tradizione di famiglia, ampliando l’attività con la vendita all’ingrosso di vini destinati a bar, ristoranti e negozi della città. Negli anni ’60, la famiglia si sposta nel quartiere di Genova Prà, dove tuttora ci troviamo.

Qui, insieme ai figli, viene inaugurata anche l’enoteca: una vetrina ricca di etichette selezionate di vini, spumanti, champagne, liquori, grappe e prodotti enogastronomici. Il vero fiore all’occhiello, però, è lui: il nostro Aperitivo Corochinato, conosciuto anche come “L’Asinello”, per via del simpatico animale raffigurato sull’etichetta.

Il Corochinato
Il Corochinato è un vino bianco aromatizzato con una miscela di erbe, tra cui due varietà di assenzio: il pontico e il romano. Il suo profumo ricorda un Vermouth bianco, ma al palato si rivela unico: meno dolce, più secco e asciutto, con un retrogusto amarognolo dato dalla presenza della china.
Un gusto inconfondibile che lo rende perfetto sia come aperitivo che come digestivo.

Si serve sempre fresco, con una fettina di limone o liscio, ed è ottimo anche con l’aggiunta di spumante. Essendo un prodotto naturale, è ideale anche come base per cocktail e long drink.

Un’etichetta che racconta una storia
L’etichetta storica del Corochinato è un’illustrazione che racchiude la nostra identità: un uomo e un asinello con alle spalle la collina di Coronata.
È proprio dalla fusione tra “Coronata” e “china” che nasce il nome Corochinato.

L’asinello – con le sue ceste piene di bottiglie – richiama il modo in cui, oltre cent’anni fa, si trasportava il vino dalle colline alla città. L’uomo raffigurato è invece Paciugo, protagonista della leggenda popolare di Paciugo e Paciuga: lui, rapito in mare dai Saraceni; lei, che ogni giorno saliva a piedi fino al Santuario di Coronata per pregare il suo ritorno.

Completano la scena la Lanterna e le barche, simboli inconfondibili della nostra amata Genova.